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Nietzsche diceva che gli "Aforismi" di Lichtenberg sono tra i migliori cinque libri della letteratura tedesca. Tuttavia è improbabile che essi siano noti sul suolo tedesco, e ancora più improbabile che lo siano in Italia, paese che Lichtenberg tanto amava e che aveva gran desiderio di visitare. Eppure in Italia, e in anni ormai lontani, Cesare Cases, considerandolo attraverso i rapporti con Alessandro Volta, scrisse su Lichtenberg un saggio penetrante e ammirato, a tutt'oggi tra i migliori che siano stati scritti su questo grande della cultura europea, la cui schiera di ammiratori va da Goethe a Kant, da Herchel a Volta, da Schopenhauer a Nietzsche, da Wittgenstein a Isaiah Berlin e Elias Canetti. Come fa notare Giulia Cantarutti, Cases, di molti anni in anticipo su certa critica che in maniera insostenibile vorrà vederlo come un romantico in pieno settecento, dimostra che Lichtenberg è un vero figlio del suo secolo, un degno rappresentante dell'illuminismo, amante della ragione piuttosto che dei dolori e furori romantici alla Werther.